Quante volte ci è stato consigliato di spegnere e riaccendere un dispositivo tech che non funzionava? Ecco cosa succede davvero quando lo facciamo.
Chiunque sia cresciuto nell’epoca primordiale della tecnologia sa che ci sono volte in cui i dispositivi, soprattutto i PC, decidono semplicemente di non funzionare.
A fine anni ’90 esistevano dei corsi di informatica base che ti davano le basi di DOS e alcuni comandi chiave da utilizzare nel caso in cui c’erano problemi, oggi per fortuna è tutto più semplice e quando c’è un problema si va sul web trovando guide in pochi secondi. Ciò nonostante il risultato può essere lo stesso: per quante prove tu possa fare alla fine il problema resta.
Probabilmente vi sarà anche capitato di impazzire nel tentativo di cercare la soluzione e di abbandonare in preda alla frustrazione per poi tornare ad accendere il PC il giorno seguente e notare che il problema era magicamente sparito. Ma com’è possibile? La ragione sta dietro al funzionamento di questi dispositivi ed è la stessa per cui qualsiasi tecnico contatti ti chiede come prima cosa se hai spento e riacceso il dispositivo.
Per capire come mai questo semplice “trucco” si riveli spesso efficace bisogna spiegare come funziona un software. Di base ogni programma funziona seguendo una logica precisa, ovvero applicando delle soluzioni a delle situazioni previste già dal programmatore e che sono alla base del programma stesso, tali situazioni si verificano infatti quando cerchiamo di utilizzare il programma per ciò per cui è stato pensato.
I programmi, per quanto ben ottimizzati e testati a lungo, sono imperfetti e può capitare che si verifichi un errore di codice per una situazione imprevista in fase di sviluppo o che un file sia corrotto per un errore in fase di installazione o perché si è danneggiato nel tempo. Una simile evenienza può portare ad esempio ad un memory leak, ovvero ad un file che sebbene sia già stato eseguito rimane nella memoria volatile occupando spazio che servirebbe ad altro e rallentando tutti gli altri processi (o nei casi peggiori bloccandoli).
In simili situazioni spegnere il computer e tenerlo off per qualche minuto permette al PC (o allo smartphone) di scaricare i dati di memoria sulla RAM e resettare tutto, cancellando dunque anche quei file corrotti o quegli errori che impedivano il corretto funzionamento del device elettronico.
Va precisato che nei casi in oggetto non basta un semplice riavvio – utile invece per registrare le informazioni contenute negli aggiornamenti e fixare bug – ma bisogna proprio spegnere il dispositivo e avere un po’ di pazienza.
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