TARI, le sanzioni che si rischiano non versando la rata dovuto entro il termine di fine mese. I dettagli da tenere a mente.
Si avvicina una scadenza da non sottovalutare assolutamente. Parliamo delle tassa sui rifiuti o TARI. Si tratta dell’imposta gestita a livello comunale che serve per finanziare i servizi di raccolta, smaltimento e trattamento dei rifiuti. La pagano tutti coloro che possiedono in qualità di proprietari, o esercitano altri diritti reali, locali che possono produrre rifiuti.
Esistono anche delle esenzioni o delle riduzioni sulle somme da versare. In genere coinvolgono abitazioni disabitate o non agibili, oppure con utenze non allacciate. Tuttavia spetta ai comuni indicare con precisione la casistica delle esenzioni. Le scadenze dei pagamenti sono decise localmente dalle amministrazioni e bisogna rivolgersi proprio al Comune dove è situato il locale nel caso i bollettini non fossero arrivati.
TARI, le sanzioni per i ritardi e i mancati pagamenti
Come accennato, sono i Comuni a gestire la tassa e quindi a decidere le scadenze per il pagamento delle due o tre rate annuali. Tuttavia il 30 novembre resta la scadenza definitiva e il contribuente può scegliere se pagare in un’unica soluzione o nelle due o tre rate stabilite.
Ma cosa succede in caso di mancato pagamento o pagamento in ritardo? In questi casi si rischia una sanzione che dipende dal periodo di tempo di ritardo. Una soluzione può essere data dal cosiddetto ravvedimento operoso, cioè dalla regolarizzazione spontanea della propria posizione fiscale. In un caso del genere la sanzione è ridotta, con interessi calcolati sui giorni di ritardo.
Si paga quindi l’imporo della tassa, gli interessi e la sanzione che varia a seconda del ritardo dalla scadenza. Nel dettaglio, con ritardo non oltre i 15 giorni, sanzione pari a una somma pari a 1/15 per ogni giorno di ritardo. Con ritardo tra 15 e 90 giorni, multa corrispondente al 12,5% della tassa. Infine con ritardo superiore ai 90 giorni, sanzione pari al 25% dell’imposta.
Le cose si aggravano se invece del ravvedimento operoso si sceglie di non versare del tutto la tassa. Allora il Comune può procedere con l’esecuzione forzata e richiedere il pignoramento dei beni del trasgressore da parte del tribunale. Il mancato arrivo del bollettino di pagamento non giustifica il ritardo, né l’omesso versamento della TARI.
Il contribuente deve rivolgersi al proprio Comune che darà indicazioni sulla procedura di versamento, calcolando la tassa autonomamente e saldando con un modello F24, da presentare a uno sportello bancario o alle Poste.