Autotune o non Autotune? È questo il dilemma avanzato al direttore artistico del Festival di Sanremo, Carlo Conti.
Si è discusso molto sul tema dell’autotune. L’opinione pubblica (artisti inclusi) si è divisa tra chi lo considera uno strumento necessario per alcuni generi musicali e chi invece ritiene che si traduca semplicemente in una correzione vocale, influenzando inevitabilmente la resa finale. Considerando la profonda serietà applicata al giudizio delle performance dei concorrenti del Festival, la domanda è quasi d’obbligo: questo non favorisce i rapper e i trapper? Su questo Carlo Conti non ha dubbi.
Il secondo tema riguarda l’utilizzo di forme dialettali nella costruzione dei brani. Ciò deriva dalla polemica emersa durante la scorsa edizione, poiché molti telespettatori – ed, in parte, anche la critica – hanno lamentato di non riuscire a comprendere il testo di Geolier, poiché quasi interamente cantato in dialetto napoletano. “L’apertura al dialetto credo che sia definitiva” – ha chiarito il direttore artistico dell’edizione 2025 – “L’importante è che non tutto il brano sia in dialetto”.
I cantanti possono esaltare le proprie origini quindi, inserendo nel testo delle forme dialettali, tuttavia il contenuto deve risultare comprensibile nella sua interezza. “Mi spiace che non possa esserci una canzone in fiorentino, perché se oggi ci parliamo qui e ci intendiamo è grazie al Sommo Poeta” – ha riflettuto sorridendo. E rispetto all’autotune, Carlo Conti ha chiarito la sua posizione.
Festival di Sanremo: l’autotune si potrà utilizzare? La risposta di Conti
Esistono ormai generi musicali che perdono la loro essenza laddove impossibilitati a fare affidamento sull’autotune. È un dibattito molto acceso, che coinvolge diversi cantanti del sistema dello show business. Laura Pausini, ad esempio, ha espresso il suo profondo disaccordo sull’abuso di questo sistema di assistenza vocale. “Adesso cantano cani e porci” – le parole assertive della nota cantante italiana. Un pensiero che non è andato giù agli esponenti giovani del genere.
Carlo Conti ha quindi chiarito: “Sarebbe assurdo non contemplarlo”. Questa posizione è stata confermata dal vicedirettore Rai, Claudio Fasulo, il quale però ha tenuto a precisare: “Come sempre verrà accolto come un effetto vocale, non come correttore dell’intonazione”. Per quanto il pubblico risponderà liberamente alle performance dei cantanti, la critica successivamente esprimerà il suo oggettivo pensiero sulle capacità dei concorrenti.
Autotune o meno, un cantante deve dimostrare di avere padronanza della materia e della sua voce. Durante la scorsa edizione, ad esempio, Ghali ricevette moltissimi pareri favorevoli, soprattutto per la profondità del testo proposto sul palco del Teatro dell’Ariston: Casa Mia.