Arriva una novità per quanto riguarda la retribuzione nella scuola. Un annuncio inaspettato sia per i docenti che per il personale ATA.
Entrare nella graduatorie docenti o per il personale ATA ha rappresentato negli ultimi anni una speranza per molti giovani in cerca di un impiego. Ma anche quando c’è la passione per l’educazione ci si scontra con una verità scomoda, ossia che gli stipendi che ricevono queste figure non è certo tra i più alti. Anzi pare basso considerando il costo della vita attuale.
A livello più generale pare che tutti coloro che sono impiegati nel settore per l’Istruzione e la Ricerca siano penalizzati rispetto agli altri lavoratori. Restano infatti gli unici che a dispetto dell’inflazione non hanno ricevuto un aumento della retribuzione ben proporzionato alla situazione. Parlando di cifre, lo stipendio è salito del 24,4% e il costo della vita del 31,8%.
Il 7,4% mancante segnalato nell’ultimo rapporto Aran ha spinto il sindacato degli insegnanti, ANIEF, a scendere in campo. Il divario retributivo diventa inconcepibile specialmente considerato che lo stesso rapporto ha evidenziato come gli altri comparti pubblici vivano uno scenario ben più roseo. Nella Sanità gli stipendi sono saliti del 39,5%, e per il Consiglio dei Ministri del 70,2%.
Per poter cambiare questa situazione così svantaggiosa per i docenti e il personale ATA il sindacato ha presentato una richiesta precisa relativa alla Legge di Bilancio 2025. Occorrono infatti risorse economiche non indifferenti per colmare il divario salariale tra i settori pubblici in breve tempo. Secondo i calcoli servirebbero a livello annuale almeno 5.000 euro per lavoratore.
Diluiti sulla retribuzione mensile si tratterebbe di 617 euro in più a persona. E in attesa che questa richiesta venga recepita ANIEF ha già avviato una serie di ricorsi legali. Quest’iniziativa relativa all’aumento dell’indennità di vacanza contrattuale scuola (IVC) per adeguarla all’inflazione odierna. Si tratta della retribuzione che docenti e ATA percepiscono nei periodi di pausa.
In più con l’iniziativa “Non un euro di meno” il sindacato punta a promuovere uno screening gratuito della situazione lavorativa in cui versa il personale scolastico. Purtroppo non sono rari i casi in cui un docente si ritrovi con alcuni anni di prestazioni svolte come supplente non riconosciuti a livello di contributi, in quanto risultano discontinue.
Il fatto che il servizio avvenga a titolo gratuito è volto non solo a risolvere situazioni del genere ma anche ad aumentare la consapevolezza dei docenti sui propri diritti. Molti ignorano la possibilità di farsi riconoscere le esperienze di preruolo o non sanno come muoversi.
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