Ecco di quanto aumenteranno il prossimo anno gli importi degli assegni di reversibilità da 1.500 euro.
Da gennaio 2025 anche la pensione di reversibilità aumenterà: è un effetto del sistema della “rivalutazione” pensato per adeguare l’importo degli assegni al costo della vita. Si tratta di un meccanismo che scatta tutti gli anni, a meno che l’inflazione non risulti azzerata o addirittura presenti il segno meno (deflazione).
Tra i trattamenti ai quali verrà riconosciuto l’aumento rientrano anche quelli di tipo indiretto come appunto la pensione di reversibilità, detta anche pensione ai superstiti, che spetta ai familiari di un lavoratore o di un pensionato deceduto. Anche la pensione di reversibilità beneficerà dunque della rivalutazione annuale dell’assegno.
Nel 2024 la rivalutazione annuale delle pensioni è stata pari al 5,4%, e l’importo del trattamento minimo è aumentato fino a toccare quota 598,61 euro. Vediamo quali saranno gli aumenti delle pensioni di reversibilità da 1.500 euro per quanto riguarda il prossimo anno.
Pensioni di reversibilità: di quanto aumenteranno gli assegni da 1.500 euro nel 2025
Siamo lontani dai momenti in cui l’inflazione galoppava tra il 5 e l’8%. Dalle previsioni inserite nella manovra di Bilancio – così come dalle indiscrezioni trapelate di recente – il tasso di inflazione dovrebbe attestarsi intorno all’1%. Non ci sono dunque fa aspettarsi aumenti particolarmente significati.
Quando l’importo della pensione è pari o inferiore a quattro volte quello dell’assegno minimo la rivalutazione è piena. Ossia pari al 100% del tasso di inflazione. Quando si supera questo tetto scattano delle decurtazioni percentuali su base progressiva, ovvero:
- Rivalutazione del 100:% – ossia 1% – per la parte di importo pari o inferiore a 4 volte il trattamento minimo (2.394,44 euro);
- Rivalutazione del 90% (0,90%) per la parte di importo che supera il trattamento minimo di 4 volte senza superare le 5 (2.394,44 – 2.993,05 euro).
- Rivalutazione del 75% (0,75%) per la parte che supera di 5 volte il minimo pensionistico.
Una pensione da 1.500 euro – inferiore pertanto a 4 volte il minimo – si vedrebbe dunque riconoscere una rivalutazione piena, al 100%, pari dunque a 15 euro. In caso di una pensione superiore a 4 volte il minimo, poniamo di 2.500 euro, si vedrebbe riconoscere il 100% solo sui primi 2.394,44 euro (23,94 euro) e il 90% sulla parte eccedente (poco più di 90 centesimi).
In altre parole un assegno da 2.500 euro sarebbe rivalutato, con un tasso di inflazione dell’1%, di 24,89 euro. Attenzione però al cumulo dei redditi. Il coniuge superstite che percepisce l’assegno di reversibilità può lavorare. Ma per beneficiare dell’importo pieno del trattamento in assenza di figli non deve superare una determinata soglia.
Il parametro a cui fare riferimento è la pensione minima – a sua volta rivalutata – che passerà da 598,61 a 604,59 euro al mese (7.859,74 euro su base annuale).I tagli partiranno dagli importi pari tra le 3 e le 4 volte il minimo (ovvero tra 23.579,22 a 31.438,96 euro). In questo caso il taglio alla pensione di reversibilità sarà del 25%, destinato a salire al 40% tra le 4 e le 5 volte e al 50% per gli importi superiori alle 5 volte.
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