Pensione di reversibilità, è un paracadute ai familiari di una persona deceduta per non restare senza reddito: tuttavia alcune donne non rientrano. Scopriamo quali
La pensione di reversibilità è una prestazione del sistema previdenziale italiano che garantisce un supporto economico ai familiari di una persona deceduta, la quale aveva in corso una pensione o ne avrebbe maturato il diritto successivamente. Questo strumento ha l’obiettivo di tutelare i superstiti, assicurando una continuità economica anche dopo la perdita di chi contribuiva al mantenimento della famiglia. E’ fondamentale soprattutto quando vi è un solo reddito i famiglia, quello della persona defunta appunto: chi rimane si ritroverebbe improvvisamente per strada. Ed è proprio per evitare questo che esiste la pensione di reversibilità elargita dall’INPS.
Pensione di reversibilità, quanto spetta e casi parente per parente
Sul sito INPS si leggono le aliquote che sono le seguenti anche per il 2025:
- coniuge solo: 60%;
- coniuge e un figlio: 80%;
- coniuge e due o più figli: 100%.
Lì dove manchi il coniuge, scala tutto ai figli. E in caso di mancanza di eredi diretti si divide così tra i restanti parenti:
- un figlio: 70%;
- due figli: 80%;
- tre o più figli: 100%;
- un genitore: 15%;
- due genitori: 30%;
- un fratello o sorella: 15%;
- due fratelli o sorelle: 30%;
- tre fratelli o sorelle: 45%;
- quattro fratelli o sorelle: 60%;
- cinque fratelli o sorelle: 75%;
- sei fratelli o sorelle: 90%;
- sette o più fratelli o sorelle: 100%.
Nel dettaglio però, per ottenere la pensione di reversibilità, i beneficiari devono rientrare in precise categorie previste dalla normativa. Il coniuge, anche separato o divorziato, per esempio ha diritto alla pensione di reversibilità a patto che non abbia contratto un nuovo matrimonio. Per i divorziati, è necessario che il defunto stesse già versando l’assegno di mantenimento.
I figli possono beneficiare della reversibilità se:
- Minorenni (fino a 18 anni).
- Studenti fino a 26 anni, se frequentano scuole superiori o università e non svolgono attività lavorative.
- Inabili al lavoro, indipendentemente dall’età, a patto che fossero a carico del defunto.
In assenza di coniuge e figli, la reversibilità può essere riconosciuta ai genitori ultrasessantacinquenni o a fratelli e sorelle che fossero economicamente dipendenti dal defunto e non coniugati.
Quali sono i requisiti per accedere alla reversibilità?
Perché i familiari possano ottenere la pensione di reversibilità, il defunto deve aver soddisfatto specifiche condizioni. In generale:
- Era già titolare di una pensione.
- Aveva maturato almeno 15 anni di contributi complessivi o almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni prima del decesso.
Anche i beneficiari devono soddisfare determinate condizioni, come dimostrare la dipendenza economica dal defunto o l’assenza di redditi significativi. L’ammontare della pensione, infatti, può essere ridotto in base al reddito complessivo del superstite.
Pensione di reversibilità: quali mogli non rientrano
Sebbene la reversibilità sia pensata per garantire un sostegno economico a chi rimane, ci sono situazioni in cui alcune donne, pur avendo avuto un legame significativo con il defunto, non ne hanno diritto.
Tra i casi più comuni troviamo:
- Compagne o compagni non sposati: chi conviveva con il defunto senza essere coniugato non può accedere alla reversibilità, anche in presenza di una relazione stabile e duratura come un vero e proprio matrimonio chiamandosi anche marito e moglie.
- Donne divorziate senza assegno di mantenimento: se, in seguito al divorzio, non era previsto un mantenimento a carico del defunto, non è possibile accedere alla reversibilità.
- Nuove unioni: chi si risposa dopo il decesso perde automaticamente il diritto alla pensione di reversibilità.
- Incompatibilità economica: se il reddito della richiedente supera determinati limiti, la reversibilità può essere esclusa o ridotta significativamente.
Per ottenere la reversibilità è necessario presentare domanda all’INPS tramite il portale online o attraverso un patronato. La documentazione richiesta include: certificato di morte del defunto, Stato di famiglia e dichiarazione dei redditi del richiedente.
Pensione defunto da 1.500€, quanto andrebbe alla vedova
Se il defunto percepiva una pensione di 1.500 euro mensili, secondo quanto detto in precedenza, la moglie superstite ha diritto al 60% dell’importo della pensione, che rappresenta la quota standard per un coniuge senza altri beneficiari (come figli). Significherebbe una pensione di reversibilità di 900 euro. Nel caso in cui ci fosse un figlio la cifra salirebbe all’80% per 1.200 euro totali, arrivando fino al 100% per tutti e 1.500€ spettanti lì dove i figli fossero due.