Ecco tutto quello che devi sapere prima di rateizzare le cartelle esattoriali: errori da evitare per non perdere i benefici e le agevolazioni
Molto spesso accade davanti a cartelle esattoriali con importi molto elevati di optare per una rateizzazione, così da pagare in modo dilazionato. Tuttavia, nonostante questa modalità non richieda un impegno economico troppo gravoso, è possibile che qualche rata possa non essere saldata. Cosa può accadere in tale ipotesi? È realmente possibile perdere il beneficio in questi casi? La rateizzazione delle cartelle esattoriali è uno strumento di primaria importanza per sanare i debiti con il Fisco, perché permette di non sostenere una spesa molto elevata in una volta sola.
Nonostante ciò se non si presta attenzione o ci si trova in situazioni di difficoltà economica momentanea, alcune rate potrebbero essere saltate. Vediamo cosa fare in questi casi per evitare conseguenze.
L’accortezza che bisogna avere quando si chiede una rateizzazione è quella di tenere sotto controllo le rate non pagate, in modo da evitare la decadenza, e informandosi così su quante di queste possano essere eventualmente non saldate.
Tasse non pagate: avviso di giacenza per mancato recapito
Conoscere la tolleranza prevista prima che si verifichi la decadenza di una dilazione è fondamentale per poter pianificare i pagamenti dovuti ogni mese. Ogni rateizzazione è diversa così come ogni importo da pagare, e proprio per questo in molte ipotesi è prevista una certa flessibilità nei pagamenti, mentre in altri casi la dilazione è più rigida e non rispettarla può comportare una perdita dei conseguenti benefici. In primo luogo, per poter chiedere una rateizzazione basterà accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate mediante SPID, CIE o CNS, e presentare così un’istanza in tal senso, specificando le cartelle per cui tale operazione è richiesta. In tal modo sarà possibili selezionare in autonomia il numero di rate in cui si preferisce pagare. Cosa succede quindi se non rispettate?
Subito dopo aver seguito tale procedura, l’Agenzia delle Entrate invia il relativo piano di rateizzazione con tanto di bollettini o moduli per poter effettuare i pagamenti. Per ognuno di questi è prevista una scadenza che solitamente ha cadenza mensile. Superati questi step, il contribuente potrà già cominciare a pagare le rate in cui è stato diviso il proprio debito.
Nell’ipotesi di rateizzazioni ordinarie, la domanda di dilazione non è accolta solo nel caso in cui la prima rata non sia pagata entro 30 giorni dall’accoglimento del relativo piano. Nel caso di rottamazione, il ritardo massimo è di 5 giorni, pena la decadenza del beneficio. In tutte le altre rateizzazioni, il mancato pagamento di una rata non comporta conseguenze, a patto che sia pagata entro la data limite prevista per saldare quella immediatamente successiva.
Inoltre, ecco dopo quante rate non pagate decade il piano Agenzia Entrate.