Il nuovo Rapporto dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva ha evidenziato un aumento della spesa media nazionale per la Tari: i dati.
Per i cittadini di alcuni comuni italiani si avvicina il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti gestita dalle amministrazioni locali e introdotta con l’obiettivo di coprire i costi per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani.
Secondo il recente rapporto dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, la spesa media per la Tari 2024 ha fatto registrare un ulteriore aumento, rispetto all’anno precedente, attestandosi a 329 euro. Oltre alla crescita della spesa, il rapporto ha messo in evidenza una importante disparita dei costi tra i capoluoghi italiani e le varie Regioni. Contemporaneamente si è anche notato un incremento importante la raccolta differenziata.
È stato pubblicato l’annuale Rapporto dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva che ha analizzato i costi della Tari, la tassa per i rifiuti che deve essere pagata annualmente per evitare sanzioni, e lo sviluppo della raccolta differenziata nel nostro Paese.
Secondo quanto riscontrato, la spesa media per il pagamento della tassa sui rifiuti in Italia si attesta a 329 euro, con una crescita del 2,6% rispetto allo scorso anno. Nel dettaglio, si è registrato un aumento della Tari, sempre rispetto al 2023, in 84 dei 110 capoluoghi presi in esame, mentre in altri 20 è stata riscontrata una variazione a ribasso, nei centri rimanenti, infine, la situazione è rimasta pressoché invariata.
Il dato più significativo dell’analisi è rappresentato dalla disparità dei prezzi fra i vari centri e le Regioni del territorio nazionale. Nella classifica dei comuni più cari, in vetta troviamo Catania con una tassa pari a 594 euro all’anno, seguita da Pisa (512 euro), Genova (501 euro) e Napoli (482 euro). La città, invece, con la tariffa più bassa è Trento con 183 euro annuali, sul podio anche Udine (186 euro), Cremona (197 euro) e Brescia (205 euro).
Per quanto riguarda le Regioni, le tariffe più alte in media sono state riscontrate in Puglia (427 euro), Campania (407 euro) e Sicilia (390 euro), mentre quelle più economiche in Trentino (203 euro), Molise e Lombardia, entrambe con 254 euro.
Il rapporto ha anche preso in esame anche la gestione della raccolta differenziata con la media nazionale che ha superato il 65% raggiungendo il 65,2% con una crescita dell’1,2% rispetto al 2021. Il 18% dei rifiuti urbani viene ancora, invece, smaltito presso le discariche. In tal senso è il Nord l’area dello stivale più virtuosa in tal senso differenziata (71,8%), seguito dal Centro (61,5%) e dal Sud (57,5%). Tenendo conto dei capoluoghi di provincia, oltre la metà, il 57%, ha superato la media nazionale del 65%, mentre 20 risultano essere sotto il 50%.
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