Studiare all’estero: come fare e quali sono i documenti necessari

Quella di studiare all’estero è un’opportunità che affascina sempre più giovani italiani dopo il diploma. Secondo i dati messi a disposizione dal Miur (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) e dall’Unesco, se nel 2014 la percentuale degli studenti in espatrio ammontava al 2,9%, nel 2015 si è arrivati al 3,1%, con un raddoppio rispetto a dieci anni prima. I Paesi più scelti sono la Gran Bretagna, la Francia e la Spagna, seguiti da Stati Uniti e Australia. Come fare, però per studiare all’estero? Quali percorsi occorre intraprendere e quali documenti servono? Scopriamolo di seguito.

Quali percorsi seguire e a chi sono destinati

Il percorso di elezione scelto da coloro che decidono di studiare all’estero è il Progetto Erasmus+, attivo da più di trent’anni (fu infatti inaugurato nel 1987) e che dal 2014 ha inglobato anche il Progetto Leonardo (quest’ultimo con finalità specifiche verso stage e inserimento lavorativo). Si tratta, in sostanza, di borse di studio o garanzie di prestito messe a disposizione a giovani dai 13 ai 30 anni di età che abbiano l’intenzione di studiare in un Paese europeo o extraeuropeo da un minimo di due mesi a un massimo di due anni. Gli esami conseguiti, la tesi di laurea svolta o lo stesso esame di laurea saranno validi anche in Italia. Oltre all’Erasmus+ esiste anche un progetto Prime, messo a punto da un network  di venti atenei europei e rivolto a studenti universitari ed insegnanti che desiderano specializzarsi all’estero. Vi sono poi coloro che preferiscono percorsi post-universitari, e si iscrivono a master, dottorati o stage all’estero, oppure direttamente alle Università del posto. È questa una scelta di maggiore indipendenza, ma che comporta maggiore impegno economico e lavorativo.

Specializzazioni linguistiche: queste le migliori

Ovviamente una buona conoscenza della lingua del posto dove si decide di andare è fondamentale. Meglio se supportata da specializzazioni specifiche. Per la lingua inglese sarà molto utile possedere certificati come IELTS o TOEFL, per lo spagnolo esiste il DELE, mentre per la lingua francese è importante munirsi di TCF, DELF o DALF. Tutti vengono rilasciati da istituti privati dopo aver seguito un ciclo di lezioni e dopo un esame finale.

Documenti da procurarsi: non dimenticare quelli in traduzione asseverata

Che sia solo per studiare o lavorare all’estero, i documenti da procurarsi per partire sono diversi. La raccomandazione è innanzitutto quella di consultare le Ambasciate del Paese di destinazione, e poi questura e polizia per stare più sicuri. In linea di massima, però, per i Paesi europei bastano un passaporto o una carta di identità in coso di validità. Nel Regno Unito servirà anche iscriversi al sistema sanitario e previdenziale locale (dal 2019 cambieranno altre cose, a causa della Brexit). Le destinazioni Usa o Australia richiedono invece diversi documenti. Per gli Usa, oltre al passaporto, bisognerà munirsi di Esta (documento di ingresso obbligatorio) per soggiorni studio inferiori a 90 giorni, mentre oltre i 90 giorni occorre il visto (studente F1 per chi studia, e visto lavoro per chi lavora). In Australia, d’altro canto, il visto è sempre necessario, anche se di natura diversa secondo se ci si reca per lavoro o studio o turismo. Importante non dimenticare, infine, di portare con sé documenti ufficiali come curriculum, laurea, diplomi, tradotti in traduzione asseverata, cioè in un tipo di traduzione effettuata da appositi professionisti che abbia valore legale e che sia spendibile in diversi Paesi esteri. Chi ha fretta può rivolgersi ad un’agenzia di traduzione online, che garantisca un servizio celere e che spedisca la traduzione in tutta Italia.

 

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