Le compresenze parzialmente sacrificate nel Primo Circolo di Senago

I docenti ne utilizzeranno una parte per le sostituzioni: il Ministero non concede più fondi necessari per nominare supplenti

Il Regolamento ministeriale che abolisce di fatto le compresenze (presenza contemporanea di due insegnanti in una classe) trasformandole in organico funzionale di Circolo e la decisione governativa di non attribuire alla scuole i fondi necessari per la nomina di supplenti temporanei sono i due elementi principali che consentono di affermare che il Tempo Pieno è stato praticamente disattivato dal duo Gelmini-Tremonti.

Già formalmente non esiste più: la cosidetta “riforma Gelmini” infatti ha abrogato di fatto Tempo Pieno e Modulo, sostituendo queste denominazioni, che sono modalità di organizzazione della scuola, con la possibilità di scelta data ai genitori di una serie di pacchetti orari (24, 27, 30, 40).

La strategia di attacco al Tempo Pieno prosegue con l’abolizione delle compresenze: esse servivano per dividere le classi in gruppi, per realizzare laboratori, organizzare uscite, mettere in atto progetti di recupero per alunni in difficoltà.

Ma le istituzioni scolastiche sono autonome: in realtà se ad una scuola avanzassero ore di docenti non impegnati nell’attività frontale di insegnamento di tipo tradizionale (un insegnante, una classe), il Collegio Docenti potrebbe decidere di impiegarle come meglio crede, anche per riattivare quei progetti resi impossibili dall’abrogazione ex lege delle compresenze.

Ciò, naturalmente, sarebbe possibile solo se alla scuola fossero concessi in organico tutti i docenti richiesti. E questo è il caso del Primo Circolo di Senago: come è accaduto alla maggior parte delle scuole a Tempo Pieno (o meglio, ex Tempo Pieno) della provincia di Milano, tutti gli insegnanti richiesti sono stati concessi dal Direttore Regionale. Ciò è stato possibile smantellando tutti i Moduli (due insegnanti su tre classi o tre su quattro), molto presenti fuori della provincia di Milano, per avvicinarli il più possibile al modello del “Maestro Unico”.

L’elemento che realmente rende difficile usare le compresenze per realizzare una scuola di qualità nel Primo Circolo di Senago è, quest’anno, il taglio dei fondi per la nomina dei supplenti temporanei.

Per questo la scuola sarà costretta a mettere a disposizione per le sostituzioni di insegnanti assenti la metà delle ore di compresenza che ciascuna classe aveva per la realizzazione di quei progetti qualificanti che erano l’anima del Tempo Pieno.

Il Collegio Docenti del Primo Circolo di Senago ha deciso di far gravare quest’ipoteca sui laboratori di informatica: lo scorso anno scolastico, ed anche prima, erano condotti normalmente dividendo la classe in due gruppi. Quest’anno lo si farà solo se uno dei due docenti non sarà chiamato a fare supplenza. In questo caso la classe andrà nel laboratorio di informatica con un solo docente, tutta insieme. Ma non c’è un computer per ogni alunno. Per cui più o meno metà classe, a turno, guarderà fare i propri compagni.

Non è proprio quello che i docenti imparano nei corsi di formazione; ma questo non è il luogo per ragionamenti pedagogici.

Il fatto è che in questo modo l’insegnamento dell’informatica riduce la qualità e la sua organizzazione diventa instabile (è possibile pensare che qualche volta si potrà dividere la classe e qualche volta no).

L’anno prossimo, se verrà ridotto l’organico, cosa possibile, anzi prevista ed annunciata, le cose andranno molto peggio di così.

Il popolo della scuola dovrebbe rendersene conto ed attivarsi adesso, prima che sia troppo tardi.

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