Le norme per l’edilizia scolastica: regole anche per l’ambiente circostante

La Conferenza unificata dell’11 aprile 2013 ha introdotto nuove linee guida inerenti alle norme edilizia scolastica, in linea coi recenti progressi tecnologici e le direttive Miur, volti ad assicurare edifici scolastici sicuri, sostenibili, accoglienti e adeguati. Nonostante non rappresenti un documento ufficiale (l’ultimo è il decreto ministeriale del 18 dicembre 1975), le direttive prefigurano importanti innovazioni.

Norme edilizia scolastica: vige il criterio prestazionale, non più prescrittivo

Attraverso una nota del Miur, si precisa che le Linee Guide sulla progettazione dello spazio e le dotazioni scolastiche seguono nuovi criteri prestazionali, anziché prescrittivi, come è stato per decenni interi. Sposano necessità organizzative e didattiche in perenne cambiamento delle architetture interne, diverse da un modello rimasto prevalentemente ancorato alla lezione frontale. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca propone spazi flessibili, appropriati per ambienti sempre diversi, funzionali con gli attuali sistemi di educazione e apprendimento. Se, infatti, mutano le metodologie didattiche, rendendo quella frontale ormai superata, gli edifici scolastici dovranno adeguarsi a parametri totalmente nuovi.

Il rapporto con l’ambiente circostante

Le linee guide introdotte sulla normativa edilizia recanti “Norme tecniche-quadro, contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia, anche con riferimento alle tecnologie in materia di efficienza e risparmio energetico e produzione da fonti energetiche rinnovabili, e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale” forniscono altre utili indicazioni. Innanzitutto, per quel che riguarda l’urbanistica, si dispone che i nuovi edifici contribuiscano al territorio circostante (civic center), salubri, poco rumorosi, lontani da strade trafficate e in posizioni geografiche favorevoli. Eventuali deroghe sono riservate alle zone più animate, agli ambienti montani o collinosi. Nello specifico, il complesso può essere formato da edifici dislocati in aree vicine, che, connesse da un tragitto sicuro, richiedano 4/5 minuti di percorrenza o siano dislocate a 250/300 m.

Norme edilizia scolastica: la scelta dei materiali

Si indicano, inoltre, precise linee guida sui materiali da scegliere, in particolare su quelli impiegati per la finitura. Gli scolari che frequentano la scuola d’infanzia presentano processi cognitivi contraddistinti da una accentuata sinestesia, dove un senso attiva tutti gli altri, peculiarità da prendere in adeguata considerazione. Agli utenti più piccoli bisogna riservare un ambiente ricco di stimoli in chiave sensoriale. Tali caratteristiche perdono man mano importanza quando i bambini crescono, sebbene permanga un rilevante sistema ambientale, cognitivo e di esperienza. Insomma, è fondamentale evitare il tipico paesaggio ‘anemico’ che contraddistingue le scuole italiane.

Normativa anticendio ancora prorogata

Le norme tecniche sostituiscono ufficiosamente il DM 18 dicembre 1975 recante “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”. L’adeguamento della normativa antincendio è andata però incontro all’ennesima proroga. Dal 1° gennaio 2019 tutte le scuole dovevano essere dotate del Certificato Prevenzione Incendi e rispettare le disposizioni delle “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” previste da un decreto del ‘92, o, in alternativa, delle “Norme tecniche di prevenzione incendi per le attività scolastiche”, del 2017. Per gli asili nido, invece, era previsto un adeguamento alle regole del 2014.

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