Colegio italiano Antonio Raimondi – Un’esperienza nella scuola dei privilegiati

 

A Napoli le scuole pubbliche e private, tra Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di primo grado, Scuole Secondarie di secondo grado ed altri Istituti, risultano essere novecento sessantaquattro.

Una situazione, quella delle scuole di Napoli, che anche se vede positivi interventi a livello comunale (come ad esempio la conferma anche per quest’anno, malgrado le grandi difficoltà, dei servizi di refezione scolastica) e la presenza sul territorio di alcune importanti e meritevoli realtà (come quella rappresentata dalla scuola Madonna Assunta di Bagnoli, che riunisce Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria di primo grado e Scuola Secondaria di primo grado e che costituisce un’eccellenza del sistema scolastico italiano, dove viene applicato il metodo di insegnamento proposto dal pedagogista Freinet), non può certo dirsi positiva e che mette in rilievo moltissime questioni, quali ad esempio il numero insufficiente degli insegnanti, il degrado degli ambienti e frequenti episodi che riguardano esami facilitati presso istituti privati nella provincia.

Benché dal 2015 il Governo abbia fino ad oggi operato in modo consistente sull’edilizia scolastica,

la situazione per quanto riguarda la sicurezza in tutta la Campania continua ad essere preoccupante: secondo il rapporto di Cittadinanzattiva, l’organizzazione fondata nel 1978 che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni e il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, solo l’undici per cento degli edifici scolastici della Campania ha ottenuto l’agibilità statica, mentre soltanto il quattro per cento è stato adeguato alle norme antisismiche e il sei per cento è stato interessato da interventi di miglioramento sismico.

Sempre secondo i dati riportati dal rapporto di Cittadinanzattiva, una scuola su quattro presenta manutenzione del tutto inadeguata e solo il tre per cento si può definire in ottimo stato. Per lo più, negli istituti a più piani mancano scale di sicurezza e uscite di sicurezza sui corridoi.

Napoli risulta essere la città della Campania con le scuole più vecchie, con ben ventidue edifici che datano circa centoventi anni e la cui costruzione al tempo non prevedeva criteri di progettazione e cura di particolari costruttivi come indicato dall’attuale normativa in materia di edilizia scolastica.

Inoltre, sempre Napoli e la Campania risultano ai primi posti in Europa per la dispersione scolastica. Una stima che ultimamente si è accresciuta anche da un gran numero di ragazzi che, pur ottenendo ottimi risultati scolastici, abbandonano in modo improvviso la scuola.

Secondo fonti Censis, infatti, a Napoli il trentacinque per cento degli studenti degli istituti tecnici, d’arte e professionali non riesce a conseguire il diploma. La dispersione si concentra nel primo anno, con una percentuale di più del sedici per cento. Il dato complessivo indica che il ventitré per cento dei giovani napoletani tra i diciotto e i ventiquattro anni non studiano, non lavorano né seguono corsi di formazione professionale.

Tutti dati, questi, che mettono in evidenza una disparità che ancora permane sotto molti punti di vista con “la scuola dei privilegiati”, ovvero tra le scuole del sud e quelle del nord Italia.

Tra le molte differenze anche la diffusione delle scuole a tempo pieno, che vede la Campania molto più indietro delle regioni del nord, quando invece questo potrebbe rappresentare un ottimo strumento per assorbire il personale docente, frenare la situazione di instabilità sia lavorativa che sociale presente nella regione ed anche contrastare i problemi della dispersione scolastica da parte degli studenti.