I crimini del regime fascista

Una breve sintesi dei crimini del regime fascista, le circolari ufficiali che ordinavano i crimini, una lunga ricostruzione dei crimini fascisti in Dalmazia che hanno preceduto le foibe.

Le 120.000 vittime civili libiche dell’esercito fascista nel 1930 durante la deportazione delle popolazioni cirenaiche.
Le 600 tonnellate di gas asfissianti (iprite e fosgene) lanciate dall’aviazione fascista sulla popolazione etiopica nel 1935/36, le migliaia di civili passate per le armi dopo l’attentato fallito a Graziani nel ’37, i 310 monaci cristiani, ma di rito copto, trucidati a Debra Libanos col plauso dei cappellani militari e del Vaticano.
I bombardamenti della Croce Rossa in Etiopia, i 17.000 etiopi deportati e sterminati nel campo di sterminio di Danane (Somalia); i telegrammi di Mussolini a Graziani dove scriveva: “Autorizzo ancora una volta Vostra Eccellenza a condurre sistematicamente politica del terrore et dello sterminio“.

 

L’annessione della Slovenia del ’42 con la costituzione della provincia italiana di Lubiana e le direttive dei generali Robotti e Roatta: “Si ammazza troppo poco …Sgombero totalitario, dove passate levatevi dai piedi tutta la gente che può spararci alla schiena … Distruggere i paesi e sgombrare le popolazioni“.
I 150.000 deportati iugoslavi nei campi di sterminio di Arbe, Palmanova, Gonars, Renicci ed altri ancora, con più di 4000 morti di fame e di stenti.

Le vittime iugoslave del campo di concentramento fascista di Zlatin, gli abitanti maschi di Srbernovo spediti nei lager, le donne seviziate dall’esercito fascista e poi gettate nelle foibe.

Ed inoltre la Risiera di S. Sabba, lager nazista di Trieste, dove furono sterminati comunisti, ebrei e rom con la complicità diretta degli sgherri di Mussolini.

Le vittime del fascismo

Fronte jugoslavo

La famosa circolare 3C del generale di corpo d’armata Roatta


R I S E R V A T O

COMANDO SUPERIORE FF.AA. “SLOVENIA E DALMAZIA”

( 2^ ARMATA )

 

C I R C O L A R E N. 3 C

Distribuzione estesa sino ai comandanti di battaglione e reparto o ente corrispondente

1° dicembre 1942-XXI°

CAPITOLO II°

MISURE PRECAUZIONALI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE

15 – Quando necessario agli effetti del mantenimento dell’O.P. e delle operazioni, i Comandi di G.U. possono provvedere:

a) – ad internare, a titolo protettivo, precauzionale o repressivo, famiglie, categorie di individui della città o campagna, e, se occorre, intere popolazioni di villaggi e zone rurali;

b) – a “fermare” ostaggi tratti ordinariamente dalla parte sospetta della popolazione, e, – se giudicato opportuno – anche dal suo complesso, compresi i ceti più elevati;

c) – a considerare corresponsabili dei sabotaggi, in genere, gli abitanti di case prossime al luogo in cui essi vengono compiuti.

 

16 – Gli ostaggi di cui in b) possono essere chiamati a rispondere, colla loro víta, di aggressioni proditorie a militari e funzionari italiani, nella località da cui sono tratti, nel caso che non vengono identificati – entro ragionevole lasso di tempo, volta a volta fissato – i colpevoli.

Gli abitanti di cui in c), qualora non siano identificati – come detto sopra – i sabotatori, possono essere internati a titolo repressivo; in questo caso il loro bestiame viene confiscato e le loro case vengono distrutte.

CAPITOLO X°

CONTEGNO DEI MILITARI IN GENERE DAL PUNTO DI VISTA DELLA SICUREZZA.

41 – Si sappia bene che eccessi di reazione, compiuti in buona fede, non verranno mai perseguiti.

 

IL GENERALE
COMANDANTE DESIGNATO D’ARMATA
F.to (Mario Roatta)

N.7000 di prot. SEGRETOP.M.10, 7 aprile 1942-XX

 

Carte annesse n. 2

 

OGGETTO: Trattamento da usare verso i ribelli e le popolazioni che li favoreggiano.

I°) Nella nota circolare 3 C ho stabilito:

– nella parte I^, capitolo II, comma c) che “nelle località in situazione anormale” i civili siano considerati corresponsabili dei sabotaggi commessi in prossimità delle loro abitazioni, e che queste ultime vengano distrutte, trascorse 48 ore qualora non emergano i responsabili dei sabotaggi suddetti.

– al capitolo V della parte III^ mi riservo di dare le disposizioni circa il trattamento da usare “in periodi di operazioni in corso” alle popolazioni che abbiano collaborato coll’avversario.
[Ndr. Disposizioni che non furono successivamente date].

II°) Pertanto, riassumendo :

  • allo stato attuale delle cose è sancita la distruzione delle abitazioni solo nel primo caso di cui sopra, ed a quattro condizioni :
    • località in situazione anormale;
    • sabotaggio e sabotaggi avvenuti in prossimità delle ubicazioni di cui trattasi;
    • trascorso lasso di 48 ore;
    • mancata emersione dei responsabili.

III°) Orbene, in questi ultimi tempi è accaduto che, a seguito di semplici scaramucce, o durante rastrellamenti compiuti senza colpo ferire, interi villaggi siano stati distrutti.
Lo stesso è avvenuto, durante operazioni vere e proprie, nei confronti di villaggi trovati sgomberi, in plaghe dove non si era materialmente combattuto, nella presunzione che l’abbandono delle case costituisca prova evidente ed irrefutabile della connivenza delle popolazioni con i ribelli.

IV°) Non intendo esaminare caso per caso, non intendo “fare il processo del passato”, e non ho neppure l’intenzione di legare le mani ai comandanti dipendenti, nel senso di vietare senz’altro la distruzione delle abitazioni; desidero unicamente attirare l’attenzione sul pericolo (“arma a doppio taglio”) connesso a distruzioni inconsiderate ed inutili.

VI°) Coll’occasione determino pure – nell’allegato B – il trattamento da usare ai ribelli.

Dette disposizioni non saranno per ovvie ragioni – inserite nella circolare 3 C, ma verranno sin da ora comunicate dai comandanti in indirizzo ai dipendenti comandi di divisione (e corrispondenti).

Al di sotto di questi ultimi comandi le disposizioni in parola saranno comunicate solo verbalmente.

Allegato “A” al foglio n. 7000 del 7/4/42

Allegato “B” al foglio n.7000 del 7/4/42


ALLO STATO MAGGIORE GENERALE – POSTA MILITARE 9

I°) Misure di prevenzione e di repressione

 

Da parte nostra le operazioni di rastrellamento, iniziate, com’è noto, il 23 febbraio sono continuate con ritmo intenso durante il mese di aprile.

Gli individui arrestati e deferiti al tribunale militare dall’inizio delle operazioni ad oggi – circa un migliaio – rappresentano una frazione delle forze del Fronte Liberatore, il quale in lunghi mesi potè prepararsi ed organizzarsi sotto gli occhi delle autorità civili.

[. . .]

IV°) PROBLEMI CHE MERITANO PARTICOLARE ATTENZIONE

 

Per normalizzare la situazione sarebbe consigliabile:

-a) l’allontanamento o la riduzione dei funzionari sloveni nei pubblici uffici;
-b) l’internamento di tutti i disoccupati e degli studenti per farne unità di lavoratori.

Le operazioni compiute e quelle che giornalmente si eseguono come pure il bando sulle rappresaglie eliminano molte cause i delitti o di attività contrarie al nostro prestigio e ai nostri interessi, ma l’internamento di tutti coloro che possono ingrossare le file dei ribelli, sarebbe compiere un atto necessario al miglioramento dell’ordine pubblico nella Slovenia.

Da questo provvedimento scaturirebbe automaticamente la normalizzazione della regione e si renderebbero impossibili quei perturbamenti che già si verificano da qualche tempo nelle provincie italiane di frontiera dove recentemente bande armate si sono costituite per svolgere attività ribelle.

IL GENERALE

Comandante Designato d’Armata
F.to Mario Roatta


COMANDO II° ARMATA – UFFICIO I

——

 

N O T I Z I A R I O P O L I T I C O – M I L I T A R E

n. 55
P.M.10, 4 maggio 1942-XX

 

SLOVENIA ITALIANA

Per mettere maggior freno all’attività criminosa dei partigiani il 24 aprile u.s. è stato emanato un bando che dà facoltà alle autorità di esercitare rappresaglie sugli ostaggi ogni volta che si verificano delitti di cui non siano arrestati i colpevoli.

 

SLOVENIA TEDESCA

L’attività ribelle si sviluppa anche in questa regione nonostante le dure azioni di rappresaglia da parte delle autorità germaniche.
In seguito all’uccisione di due podestà e di due agenti di polizia sono stati fucilati 50 partigiani.


COMANDO SUPERIORE FF. AA. “SLOVENIA – DALMAZIA”

Data di partenza : 19 aprile 1942 – ore 14.00

di arrivo: 19 aprile 1942 – ore 15,45

N: 1/5770/S alt

Da Comando 2^ Armata Ufficio Informazioni

Sensibile recrudescenza delitti a movente politico particolarmente at Lubiana: tra giorno 16 et 18 segnalati complessivamente 4 omicidi et 3 tentati omicidi in danno simpatizzanti nostre istituzioni alt

Predisposto, come già comunicato verbalmente, emanazione disposizioni per rappresaglia su ostaggi alt

F.to Colonnello TOMASELLI


Per concludere il link a un un lungo brano riguardante le Foibe, ma soprattutto quello che accadde prima.

È sacrosanto riconoscere le stragi Titine, la storia di molti italiani morti ingiustamente. Ma la storia non la si può far partire quando si vuole ignorando i fatti antecedenti e cioè la barbarie Fascista Italiana in Dalmazia


La verità sulle foibe.

Di Marco Ottanelli

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